Proprio come se nulla fosse avvenuto
di Roberto Andò e Gianni Carluccio
Still life per la Darsena Acton di Napoli
regia Roberto Andò
installazione Gianni Carluccio
musiche e paesaggi sonori Marco Betta
ingegnere del suono Giuseppe Rapisarda
con Anna Bonaiuto, Maria Nazionale, Vincenzo Pirrotta, Virginia Da Brescia
ed altri 80 tra attori, figuranti e un ‘orchestra dal vivo di 5 elementi.
in coproduzione con Napoli Teatro Festival Italia
Sullo spettacolo di Roberto Andò incombe il fantasma di un tema, l’emigrazione, che l’autore coglie nel “sentimento di una colossale dimenticanza, di una lacuna incolmabile”, nella dispersione, l’esilio, lo spaesamento derivante dal non possedere più un luogo. Andò propone l’idea di un teatro che preferisce l’azione alla narrazione per ragioni che hanno a che fare “con lo stato catastrofico del sud, con la sua odierna – caparbia–resistenza ad un uso meramente narrativo, per inadeguatezza, oggettiva impossibilità”. L’azione è un unico paesaggio, suddiviso in due stazioni dotate di un universo sonoro particolare: il pubblico accede di volta in volta a ciascun paesaggio seguendo un disegno obbligato.
I protagonisti dell’azione sono uomini e donne in fuga, sul punto d’imbarcarsi per un viaggio di sola andata. Luogo scelto per l’azione è la Darsena Acton, spazio del porto di Napoli oggi chiuso al pubblico, perché sede della Marina militare, e aperto per l’occasione.
Andò affida lo spettatore ad una voce che riflette l’identità civile di questo paese, Anna Maria Ortese, capace di “incidere per noi veri e propri paesaggi morali proteggendoci dalla loro supposta irredimibilità”. La drammaturgia disegna lo scalo marittimo come un luogo del destino dove convergono voci di vivi e di morti, depurato da preoccupazioni narrative e trasformato in paesaggio, profilo morale, natura morta, still life.
Note di regia
L’idea di still life o di natura morta richiama una tradizione iconologica illustre divenuta genere. Qui è maliziosamente convocata in riferimento a un’azione teatrale, quindi a qualcosa di vivo. La natura morta è un paesaggio di oggetti raffigurati per allegorizzare il passaggio del tempo, la Vanitas. Nella Darsena Acton, più che oggetti, io installerò persone chiuse nelle loro stanze, una fuga di stanze per una città mutata in sé stessa, ridotta a mero paesaggio. È una sigla paradossale quella di natura morta in questo caso, natura morta o paesaggio rinviano da un lato a connotato morale, il paesaggio irrimediabile del sud, dall’altra segnalano una difficoltà del teatro a narrare oggi il crimine che abita queste città. Questo uscire dalla cornice del teatro scegliendo un luogo vero, immerso nella storia della città, nel suo rumore, pone la necessità di pensare in modo diverso il rapporto col pubblico.
L’installazione avrà i caratteri del lavoro d’artista, fruibile in quanto tale, ma sarà percorsa da un’azione, da uno sguardo che la giudica, la analizza: quello di una donna che osserva da un finestrino del tram il paesaggio della città e ne commenta l’aspetto già defunto. Ho ritrovato questo sguardo nella scrittura di Anna Maria Ortese: il suo romanzo Il mare non bagna Napoli è questo, ci consegna una città-natura morta percorsa dalla furia dolce e indagatrice di una voce che non vuole arrendersi all’intollerabile, come dimensione normale dell’esistere. Dal finestrino di quel tram la Ortese osserva Napoli come una città defunta, contemplata nella dimensione iperbolica del vivo che sa di essere morto. La scelta della natura morta, scelta non narrativa né rappresentativa, mi consente di raggiungere col teatro una risonanza civile, farne qualcosa di tutt’altro genere rispetto al consumarsi di quel rito conciliante e conciliatorio con se stessi, in qualche modo autoreferenziale, in cui “una parte” domanda al teatro qualcosa che già sa, in cui può riconoscersi e di cui, in qualche modo, può compiacersi.
Roberto Andò
Curiosità
Lo spettacolo ha debuttato, in prima assoluta, il 20 giugno 2008 alla
Darsena Acton di Napoli nell’ambito della seconda edizione del
Napoli Teatro Festival Italia.
Nei giorni 13 e 14 novembre 2009, lo spettacolo è stato rappresentato presso Naves del Español/Matadero Madrid nell’ambito della XXVI edizione del Festival de Otoño Comunidad de Madrid.